Un viaggio tra immagini, parole, suoni e territorio: lo spettacolo che diventa documentario e prodotto musicale allo stesso tempo per promuovere la cultura, conoscere la Sicilia, svelarne i suoi tesori e la sua storia millenaria. Questo viaggio ci porta a Melilli, alla scoperta delle sue più intime bellezze storiche, accendendo i riflettori sulla Cava Pirrera di Sant’Antonio dove ritroviamo i musicisti Alfio Antico, Roy Paci, Manuela Ciunna e la danzatrice Giulia Berretta, protagonisti del primo episodio del video documentario “Le Pietre di Melilli”, accompagnati dalla narrazione di Eliana Chiavetta e la regia di Lino Costa. Un progetto promosso dal Comune di Melilli, presentato in conferenza stampa dal primo cittadino Giuseppe Carta Il nostro territorio è una miniera di cultura e di bellezze naturali che meritano di essere valorizzate – afferma il sindaco di Melilli, Giuseppe Carta – e per questo motivo abbiamo intrapreso un percorso virtuoso per riportare Melilli e le sue meraviglie al centro dei circuiti turistici e culturali del Sudest della Sicilia”. Il documentario Le pietre di Melilli si inserisce perfettamente in questo percorso che ha come obiettivo quello di sviluppare e far conoscere nel mondo il brand Melilli, terrazza degli Iblei e contestualmente porre le basi per un processo interno di sensibilizzazione ed educazione al patrimonio ambientale e culturale. La grande valenza degli artisti coinvolti e la professionalità della produzione sommati all’incanto naturalistico della Cava Pirrera di Sant’Antonio, fanno di questo progetto un fiore all’occhiello della nostra produzione culturale”.
La realizzazione del video, a cura dell’Associazione culturale Sopra la Panca, in collaborazione con l’Associazione Fraxart Sicilia e Puntoeacapo Srl, è stata possibile grazie al lavoro del Comitato di Tutela e Valorizzazione del Territorio guidato da Rosario Cutrona e al grande lavoro di squadra: “Con il video Le Pietre di Melilli il percorso politico di promozione del territorio comincia a prendere forma e a raggiungere i canali regionali e nazionali – spiega Cutrona – La bellezza ritrovata della Pirrera di Sant’Antonio, che idealmente abbiamo eretto a monumento della Terrazza degli Iblei, sarà mostrata, raccontata e esaltata da artisti unici. E’ stato un ottimo lavoro di squadra coordinato dal gruppo di esperti locali che ho l’onore di presiedere. Vi aspettiamo a Melilli, la Terrazza degli Iblei!”.
Dando seguito alla primo capitolo del format narrato da FemaleTrouble al Castello della Zisa, “Le Pietre di Melilli” presenta un modo nuovo di raccontare una storia antichissima, rileggendo il territorio attraverso i linguaggi artistici contemporanei: qui arte e tradizione si fondono in uno spettacolo di artisti del panorama siciliano in simbiosi con i luoghi più suggestivi di Melilli, tra cui la Pirrera di Sant’Antonio, che custodisce la storia di oltre 500 anni di vita economica e sociale di Melilli. Commenta così Nuccio La Ferlita: “Il nostro intendimento è quello di valorizzare e promuovere le bellezze architettoniche antiche e moderne attraverso lo spettacolo, la musica soprattutto ma anche la danza e altre forme d’arte. Far conoscere le bellezze più nascoste e meno conosciute della Sicilia, tentando di avvicinare i giovani e il pubblico meno attento e appassionato di archeologia. Vogliamo catturare la loro attenzione e fare emergere le meraviglie che abbiamo fortunatamente ereditato dai nostri antenati. Innegabile la nostra passione per un lavoro che amiamo e che crea bellezza e è un indotto economico fondamentale anche per la nostra economia e per il nostro star bene, la cultura fa bene a tutto.”
Parola d’ordine: contaminazione. Quella tra i tamburi e la ricercatezza di Alfio Antico forse l’ultimo depositario di un sapere tradizionale e allo stesso tempo un innovatore per il suo lavoro di sul tamburo, nel suono e nella costruzione: “Mi ha emozionato questa esperienza, sono sincero – commenta Antico– è un territorio che conosco molto bene a cui sono legato, mi ha commosso riconoscere alcuni punti e tornare indietro a 40, 50 anni fa quando pascolavo in quegli stessi luoghi portavo al pascolo le pecore, il tempo passa la vita cambia, adesso sono un artista e ringrazio davvero per avermi invitato e coinvolto in questo progetto e in questo luogo imponente come la Pirrera di Sant’Antonio. È stata una grandissima esperienza, ringrazio tutti, voglio bene alla mia terra”.
Sonorità che hanno ispirato la danza di Giulia Berretta, a piedi nudi sulla pietra centenaria della Pirrera, che lei stessa ha definito “una delle più suggestive esperienze nell’ambito della danza – mi sono lasciata trasportare da un contesto in cui protagonista era la semplicità e maestosità del luogo – afferma Giulia – Nel rispetto di un ambiente così naturale, vero e per nulla artefatto ho preferito non programmare alcuna coreografia, ma piuttosto lasciare che fosse l’ambiente e la musica a darmi la giusta ispirazione, creando una danza primordiale e selvaggia”.
Riecheggiano per tutta la Pirrera e lungo i Sentieri delle cento scale le vibrazioni della musica di Roy Paci che si dice “felicissimo di aver dato il suo contributo ad un territorio che mi sta tanto a cuore, che ha bisogno di essere valorizzato. La Pirrera che a seconda dei suoni e delle vibrazioni della mia musica reagisce: è la natura!”
Con le note sfiorate in acustica da Manuela Ciunna per rendere omaggio alla Sicilia, con una performance ricca di emozioni, sentimenti, profumi, semplicità̀ “Felice di aver partecipato – commenta Manuela – con grandi artisti e di aver dato il mio contributo con il mio inedito Vicè dedicato alla mia Sicilia”, commenta.
Elegante e accogliente, a condurci per mano è ancora una volta Eliana Chiavetta, volto e voce narrante che ha curato l’adattamento dei testi: “Raccontare integralmente la miriade di lavori e opere, e l’infinità di vita legata alla pietra bianca melillese sarebbe stato impossibile. Con le parole abbiamo narrato la trama di questi luoghi, ma portare l’arte all’interno della cava ci ha permesso di restituire allo spettatore anche la profonda energia che continua a sprigionare”.
Commenta così il regista Lino Costa: “Già dal primo sopralluogo, noi che abbiamo lavorato al progetto, ci siamo sentiti come a casa. Abbiamo abitato la montagna per più di una settimana sentendo di giorno in giorno una crescente e avvolgente sensazione di appartenenza ancestrale. Portare Musica e Danza all’interno della cava è stato come fare esplodere l’energia del posto”.
Prende vita così un melting pot di voci, parole, suoni e danza che riporta al cuore della città e ai monumenti che trasudano la sua storia, giungendo alla consapevolezza che Melilli è un giacimento culturale unico nel suo genere in tutto il Mediterraneo